martedì 21 giugno 2016

Aggiornamento di aprile 2016

“un amore” è la storia di un cinquantenne che si innamora perdutamente di una prostituta. Un uomo che non ha mai capito le donne, che si è limitato a trattarle sempre come degli oggetti, come delle semplici dispensatrici di piacere carnale, da cambiare ogni volta che ne avesse avuto voglia. Ed invece, una volta conosciuta Laide, giovane ragazza di 19 anni, la sua vita non sarà più la stessa, vivrà ogni istante nell’attesa di incontrarla, soffrirà di gelosia acuta, accetterà qualsiasi cosa umiliando la sua persona pur di vivere anche solo un’ora al giorno in compagnia di Laide.
Romanzo molto doloroso, di quelli che quasi ti fanno male a leggerli perché ti scavano dentro. Autobiografico, il suo significato lo si può capire leggendo le interviste alla moglie. L’amore per la vera Laide (Silvana) ebbe fine non senza conseguenze ed il figlio che Laide dice di aspettare nel finale del libro non risulterà suo ma di un altro. Un apprezzamento anche a come Buzzati descrive Milano. Poche semplici pennellate che servono a catturare la solitudine che spesso questa città ti mette addosso, la capacità che ha di farti sentire solo, nonostante la moltitudine di abitanti e di locali che la animano di giorno e di notte. La solitudine di Antonio e Laide viene amplificata dalla città, da quelle giornate grigie senza pioggia, dove non si capisce mai se sono nuvole o nebbia, dove il freddo ti penetra nelle ossa in profondità.
Considerando che fu scritto nel 1963, "Un amore" è, sotto ogni aspetto, un libro moderno

commento di Lucia Moraschini componente gdl

Aggiornamento di marzo 2016

Fiore di neve ed il ventaglio segreto è un romanzo ben documentato sulla Cina del diciannovesimo secolo e spiega la condizione della donna sia a livello familiare che nei confronti della società.

” Solo attraverso il dolore si arriva alla bellezza.
Solo attraverso il dolore si ottiene la pace.
Io fascio e bendo ma sarai tu a godere il frutto dei miei sforzi.”

Giglio Bianco, protagonista principale del romanzo, ottuagenaria, racconta la sua infanzia dalla fasciatura dei piedi al rapporto di vera amicizia con la sua laotong Fiore di neve. Queste donne vivono due vite complesse in una epoca difficile, si amano di un amore assoluto e soffrono a causa di un "tragico equivoco" distruggendo questo rapporto esclusivo.

“Obbedisci, obbedisci, obbedisci, e poi fa’ ciò che vuoi.”

 La See attraverso Giglio Bianco racconta la vita delle donne in Cina . Le donne appartenenti alla stessa famiglia erano prigioniere in unica stanza  “stanza delle donne” e  trascorrevano le loro giornate a ricamare e a tramandarsi la scrittura segreta, il no-shu,  e per rendere questa prigionia meno angosciante comunicavano tra loro utilizzando questa scrittura scritta su pezzi di stoffa o, come nel romanzo, su un ventaglio.

Un libro intenso e triste,  una storia che affascina, femminile a tratti drammatica, dolce-amara


commento di Lucia Moraschini componente gdl

Aggiornamento di febbraio 2016

PERSECUZIONE (Il fuoco amico dei ricordi) – Alessandro Piperno




In questo suo secondo romanzo “Persecuzione” Piperno affronta un cammino a
ritroso della durata di due anni verso il fondo più profondo dell'infamia,
della distruzione di una carriera, di una famiglia, di un uomo. Pur
ambientato nella Roma del 1986, del craxismo imperante e vincente,
pre-tangentopoli e pre-caccia alle streghe mediatica di casi (anche
presunti) di pedofili, i fatti di questo romanzo sono ancor oggi attuali.

 I personaggi sono ben tratteggiati, l'atmosfera dell'ebraismo romano, i
conflitti, l'ipocrisia, sono la cornice familiare in cui si colloca il
dramma del protagonista, Leo Pontecorvo, noto chirurgo e professore
acclamato e venerato, baciato dalla fortuna, uomo di successo, sofisticato
ma ingenuo e debole. Verrà travolto da una tragedia impensabile per effetto
della rapida disgregazione familiare e sociale. Pontecorvo è anche il
simbolo o, per meglio dire, il bersaglio di quelle persone che vedono in
lui ció che vorrebbero essere, che vedono qualcosa di irraggiungibile e
forse per questo invidiabile, che vedono il simbolo di quella ricchezza
guadagnata e vissuta con leggerezza e senza sforzo.

 Lo stile elegante di Piperno, ci guida per mano, in una storia quasi
priva di trama ma così piena di quella realtà psicologica che è materia
principale delle nostre vite."Alessandro Piperno legge Philip Roth".
Emblematica questa frase in quarta di copertina perchè lo stile di Piperno,
senza voler scendere nel plagio, ha molto da spartire con l’autore
americano. 

Commento di Lucia Moraschini componente  gruppo gdl

Aggiornamento di dicembre 2015

"Non dire Io quest'acqua non la berrò mai: potresti ritrovarti nella vasca senza sapere nemmeno come ci sei arrivata'"

Il romanzo è ambientato in Sardegna negli anni Cinquanta. In un piccolo paesino dell'entroterra vive Maria che, ultima di quattro figlie, viene adottata come "fill'e anima" da Bonaria Urrai. È così che l'invisibile ed indesiderata bambina scopre quanto è bello essere finalmente presa in considerazione e amata. Crescendo però Maria si renderà conto che Tzia Bonaria non è una semplice sarta, ma l'Accabadora del paese. La Murgia, qui, sfida , come fece la Deledda a suo tempo, il silenzio dell'isola, e racconta con una ruvida dolcezza un mondo antico nel quale le relazioni, i conflitti, il dolore, la gioia, si riassumono in questa figura segreta e conosciuta, appunto, l'Accabadora.
Accabadora=quella che finisce.....riferito all'ultimo passo della nostra vita...(ultima madre).
La storia viene raccontata con dovizia di particolari e una quantità di immagini realistiche e chiare per delineare al meglio le situazioni presenti nel romanzo. Una Sardegna in bilico tra innovazione e tradizione, un paesino dell'entroterra i cui muri a secco solo le frontiere, quasi naturali, tra un terreno e l'altro. La narrazione è molto scorrevole, sebbene l'argomento trattato non sia tra i più leggeri e freschi, l’autrice lo affronta in modo velato e lascia trapelare solo il necessario. Un romanzo che permette di conoscere aspetti culturali di una terra a noi vicina ma sconosciuta.
Commento di Lucia Moraschini componente gruppo gdl

Aggiornamento di ottobre 2015

Lacci di Starnone

Gli unici lacci che per i nostri genitori hanno contato sono quelli con
cui si sono torturati reciprocamente per tutta la vita”*



*Una storia di tradimenti, abbandoni, dolore, ripicche, una storia
qualunque raccontata da diversi punti di vista, a partire dalla moglie
Vanda, dal marito Aldo ed infine dalla figlia.*

*E’ un romanzo breve, una storia intrisa di rancore e l’autore è stato
molto bravo a mostrare le debolezze dei protagonisti creando uno spaccato
spietato e sincero della loro vita, restituendoci l’immagine di un
matrimonio sbagliato e le loro sofferenze fanno un po’ da specchio alle
nostre.*