mercoledì 9 aprile 2014

Aggiornamento di aprile 2014

Il Gruppo di lettura si è riunito il 2 aprile 2014 per analizzare e discutere  il libro di Katzuo Ishiguro “Quel che resta del giorno” (The remains of the day).

Anche se alcuni dei partecipanti non hanno ultimato la lettura vuoi per mancanza di tempo o per difficoltà ad entrare in empatia con il testo, tutti hanno partecipato con interesse ed entusiasmo con il risultato di una serata molto gradevole e coinvolgente.

“ Dopotutto cosa mai c’è da guadagnare nel guardarsi continuamente alle spalle e a prendercela con noi stessi se le nostre vite non sono state proprio quelle che avremmo desiderato? La dura realtà è certamente il fatto che per quelli come voi ed io, vi è ben poca scelta che porre, in definitiva, il nostro destino, nelle mani di quei grandi gentiluomini che sono al centro del mondo, i quali impiegano i nostri servizi. Che ragione c’è di preoccuparci troppo circa quello che avremmo o non avremmo potuto fare per controllare il corso che la nostra vita ha preso? Di certo è sufficiente che quelli come voi e come me almeno tentiamo di offrire il nostro piccolo contributo in favore di qualcosa di vero e di degno. E se alcuni di noi sono pronti a sacrificare molto, nella propria vita, al fine di perseguire tali aspirazioni, ciò sicuramente rappresenta in sè, quali che siano i risultati che ne derivano, motivo di orgoglio e di felicità.” (cit)


L’autore del romanzo Ishiguro, nato in Giappone, sebbene emigrato nel Regno Unito in tenera età è riuscito in modo impeccabile a rappresentare un personaggio che è la quintessenza stessa della vecchia Inghilterra.  Il protagonista è infatti il maggiordomo in una casa dell'alta aristocrazia britannica, e grazie alla capacità dello scrittore,  il lettore viene condotto nel mondo di Mr. Stevens e lo guarda attraverso i suoi occhi. E’ sorprendente che Ishiguro  sia stato capace, nello scrivere il romanzo, di pensare come il protagonista, e, forse ancora più stupefacente, di parlare come lui.
La maestria narrativa è evidente anche nella presenza nel romanzo di diversi piani di esposizione : quello intimista, in cui la psicologia dei personaggi viene delineata con grande empatia, e quello storico, in cui i grandi avvenimenti della prima metà del XX secolo diventano parte integrante del romanzo, quasi due storie parallele, due romanzi che si intrecciano riuscendo entrambi ad interessare il lettore.
Stevens di per sè è un personaggio emotivamente “piatto”, che non suscita emozioni, se non di irritazione di fronte alla sua testarda ossessione per le etichette, alla sua rigidità mentale ma anche fisica; anche nel modo di porsi, oltre che di parlare, quest’uomo trasuda rigidità, incapacità a lasciarsi andare.  Per contro invece si apprezza maggiormente  la protagonista femminile: Miss Kenton, la governante di Darlington Hall, collega di vecchia data di Stevens. Pur essendo ligia al proprio dovere, impeccabile, fedele, seria, attenta,   non vive rinchiusa tra le “quattro mura della propria professionalità”: è una donna che ha delle passioni,  che ricerca un contatto umano, e nel suo intimo vorrebbe una vicinanza  più intima con l’imperturbabile Maggiordomo ma nulla riesce ad ottenere…

Se l’interesse del lettore è solo verso i libri di azione con continui  colpi di scena, decisamente questo non è un testo consigliato …. Per contro invece se il lettore  apprezza i racconti  senza tempo, personaggi toccanti,  ricordi e riflessioni ..di sicuro è un libro raffinato e imperdibile.

COMMENTI E RIFLESSIONI DI LUCIA COMPONENTE GDL

Il prossimo appuntamento è per mercoledì 6 maggio con il romanzo  di Italo Svevo “La coscienza di Zeno”

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