giovedì 13 novembre 2014

Aggiornamento di giugno 2014

"Quando l’umanità andrà a spasso tra le stelle, nessuno ricorderà più quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli esseri umani che non trovano posto nella vita degli altri".

La Porta è il titolo del romanzo che abbiamo letto nel mese di maggio e commentato il 4 giugno, scritto dall’autrice ungherese Magda Szabò racconta del rapporto conflittuale tra due persone (Emerenc e Magda) che sono una all’opposto dell’altra.
Il personaggio principale è senza dubbio Emerenc, donna delle pulizie e lavoratrice infaticabile. Si prenderà cura della famiglia della scrittrice per oltre 20 anni, decidendo cosa fare o non fare e quando o come farlo. Le sue idee sono ben precise e sono dettate dalla sua lunga e dolorosa esperienza di vita. La sua storia emerge   man mano che il libro procede e ci si rende conto che la sua vita è stata segnata da esperienze che hanno lasciato ferite profonde e indelebili. “La porta”  è una metafora, un simbolo della chiusura al mondo che le persone con un passato difficile erigono : una porta che nessuno può o deve valicare, dove  conservare il proprio dolore e nascondere la propria fragilità.
Solo a chi è capace di aspettare e dimostrare un profondo rispetto Emerenc offrirà, a modo suo, la sua amicizia, la sua dedizione come nel caso di  Magda, la scrittrice.
Magda  scoprirà nella relazione con questa donna i valori dell’amicizia e dell’amore . “Oggi – dice la scrittrice – ho capito una cosa, che allora ancora ignoravo: una passione non si può esprimere pacatamente, disciplinatamente, morigeratamente, e nessuno può definirne la forma al posto dell’altro”.
Magda, la voce narrante...
Una scrittrice colta, impegnata, emarginata per lungo tempo dal regime ungherese, che ha fatto delle parole il suo mondo, della ritualità la sua sicurezza.
Una donna capace di visualizzare pagine e pagine di parole per i suoi libri, ma mancante di senso pratico, di forza per affrontare gli impegni quotidiani.
Si confronta con Emerenc ….
Lei, non ha mai letto un libro, non sono state le parole ma la tragicità degli eventi che ha dovuto affrontare a forgiare il suo modo di pensare e di amare, rendendolo duro e cristallino allo stesso tempo.
La sua forza sono le sue braccia, il suo fisico instancabile, ai limiti della comprensione umana....
Lei, uno scoglio solitario in mezzo al mare su cui si infrangono le onde degli avvenimenti.
Il suo modo di vedere le cose, duro ed altruista allo stesso tempo, la fa diventare quasi una figura mitologica inattaccabile e per questo chi le è vicino le riconosce il diritto di costruirsi un mondo con regole solamente sue e di celare piccoli e grandi segreti dietro il portone della sua dimora.
Una intimità gelosamente nascosta al mondo esterno.
Ma non è solo la storia di una porta di legno da varcare… o abbattere.
La bellezza del romanzo  è stata di riuscire a far intravedere tante porte fondamentali ma invisibili agli occhi...quelle che si frappongono tra i rapporti umani delle persone.
Porte che possiamo scegliere di aprire o tenere chiuse...

commentato da Lucia componente GDL

Il prossimo appuntamento è per il 2 luglio 2014 con il romanzo “Il Buio oltre la siepe” di Harper Lee



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