giovedì 13 novembre 2014

Aggiornamento di luglio 2014

Mercoledì 2 luglio 2014


IL BUIO OLTRE LA SIEPE – HARPER LEE

La prima parte del romanzo narra la vita dei piccoli centri americani del Sud e ti fa pensare  ad un ambiente claustrofobico e limitato, ma nella realtà non è così, lo è solo nell’immaginario dei bambini protagonisti della storia perché sono liberi di scorazzare da una casa all’altra rimanendo sempre a portata di voce di  Calpurnia , la domestica di colore.
Nella seconda parte del romanzo si entra nel pieno della narrazione. Atticus, il padre avvocato deve difendere Tom Robinson un nero accusato di violenza sessuale e questo crea malcontento generale con l’accusa di essere un “filonegro”.
La Lee condisce il suo racconto con i propri ricordi d’infanzia, con il meraviglioso ritratto che la giovane protagonista (che narra in prima persona) del padre ideale Atticus Finch, piccolo avvocato di provincia che rivestirà il ruolo dell’ “eroe qualunque” americano, giusto per amore di giustizia, retto per amore di rettitudine, votato alla sconfitta ma non per questo restio a compiere il proprio dovere sapendo a priori quanto impopolare lo renderà nella propria stessa comunità, indugiando poi sulla grettezza della popolazione tra cui vive, del razzismo e del meschino pregiudizio tipici delle piccole comunità degli Stati del Sud. Ma sempre con la convinzione che dietro alle masse, e i loro comportamenti anche più stupidi, ignoranti e rozzi vi siano, nei singoli individui che le compongono, sempre esseri umani in possesso di quelle qualità che è il gruppo sociale a riuscire a soffocare.
Scout uscirà trasformata e maturata da questa esperienza giovanile, avendo compreso e condiviso tutte le ragioni del padre. Noi lettori chiuderemo malvolentieri le pagine di questo piccolo capolavoro, nelle quali ci siamo sentiti trasportare condividendo la sconfitta di Atticus e soffrendo per la condanna scontata dal negro innocente da lui difeso in giudizio, consci che senza di lui e la sua lezione di vita e di stile probabilmente non sarebbe mai venuta fuori, anche nell’America contadina e più retrograda, una nuova generazione capace di fare della tolleranza, dell’antirazzismo, del dialogo, la loro bandiera, lottando contro l’onnipresente “paura del diverso”.

Commenti e riflessioni di Lucia componente Gdl

Prossimo appuntamento  24 settembre 2014

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