lunedì 11 maggio 2015

Aggiornamento di marzo 2015

Le correzioni – Jonathan Franzen 
 
Questo è l'incipit del problematico romanzo “Le correzioni”: “Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia.” Un avvio che avvisa il lettore sulla complessità e drammaticità dell’opera e sembra invitarlo a prestare molta attenzione. Il titolo, come spiegato dall’autore, si riferisce alle "correzioni" verificatesi sul mercato finanziario a fine anni '90 quando il boom economico del periodo precedente inizia a dare segnali di crisi, influendo anche sulle aspirazioni coltivate da alcuni dei protagonisti del romanzo.
Nello stesso tempo c’è un significato più profondo che emerge nel corso della lettura sotto forma degli "aggiustamenti" che ognuno dei Lambert impone a se stesso e ai suoi familiari per aderire il più possibile ai valori tradizionali e conservatori che hanno costituito il fulcro della società americana del dopo-guerra. Il romanzo è avvincente, ricco di input, ora palesi ora più impliciti, a riflessioni psico-sociologiche, si fonda su un sapiente, ben riuscito mix di privato e pubblico, costituito quest'ultimo, da un Occidente capitalista, tecnologico, consumista, disumanizzato ed un Est antiquato e violento, non meno disumano. In queste realtà, entrambe imperfette, scricchiolano le effimere certezze private e si ingigantiscono le crisi individuali dei protagonisti, sempre inadeguati, che fingono un'apparente normalità con l'esterno. L'opera è suddivisa in cinque capitoli, uno per ogni membro della famiglia , più un capitolo finale dedicato al confronto definitivo tra i protagonisti ed un epilogo. Siamo in una cittadina del Midwest dove abitano i coniugi Enid, casalinga e madre di tre figli ormai grandi e Alfred, ingegnere in pensione, con la passione per la chimica, purtroppo ora affetto da Morbo di Parkinson e da demenza senile.
Enid ha un desiderio che pian piano diventa un’ossessione: vuole vedere radunata tutta la famiglia per trascorrere un ultimo Natale insieme, ma è molto difficile portare a compimento questo suo progetto. La donna dopo quarantotto anni di matrimonio vive le trasformazioni dei suoi sentimenti nei confronti del marito e cerca di applicare i suoi metodi educativi, le sue “correzioni” sui figli e sul coniuge, con prepotenza e dispotismo fino a che i figli, stanchi di quel vivere familiare tormentato, cercano disperatamente una loro identità fuori da quel nido opprimente. Gary è il più grande. Sposato e con tre figli, ha una moglie che sempre più, con i suoi atteggiamenti, sembra trascinarlo sull’orlo della depressione. Chip, il preferito di Alfred, dopo un periodo di successo come insegnante di comunicazione visiva, viene licenziato per la relazione con una sua allieva e versa in condizioni economiche disagiate vivendo relazioni difficili e sbagliate con diverse donne e cacciandosi in loschi affari economicamente remunerativi. Denise, la femmina, tanto desiderata dalla madre Enid che non è mai riuscita ad amarla veramente dopo la sua agognata nascita, è una chef di successo che non ha ben chiaro il suo orientamento sessuale, cosa che le farà perdere il posto da lei tanto ambito a causa delle sue ”relazioni pericolose” che esploderanno come una bomba.
Non è ben chiaro se l'intento dell'autore sia quello di beffeggiare l’immagine del maschio o se invece non nasconda un’ondata di misoginia, tanto che le donne da lui rappresentate sono manipolatrici, arriviste e infantili. Fatta eccezione per Denise, l’unico personaggio femminile verso il quale si riesce a provare un po’ di simpatia e che in qualche modo riesce a fare da collante in questa problematica famiglia dimostrando una capacità empatica che manca ai fratelli.

 Romanzo dalla struttura apparentemente semplice, è in realtà complesso e strutturato in modo da mettere in luce una enorme varietà di tematiche, ognuna delle quali andrebbe approfondita e meditata attentamente e si avvale di uno stile accurato e ridondante eccessivamente prolisso, soggetto a frequenti cambi temporali che, anche se non difficoltosi da seguire, disturbano l’attenzione del lettore pur se funzionali ad ogni personaggio preso in esame.

Una feroce dissacrazione del modello perfetto di famiglia inserita all’interno della società borghese americana che tocca il vertice nelle interessantissime pagine dedicate alla malattia del padre e alla vecchiaia in generale e cala in un finale un po’ frettoloso rispetto alla mole descrittiva precedente che lascia il lettore con un gusto un po’ amaro in bocca.

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